Olle Forneus
Responsabile dei Social Media di Teamtailor. Uno svedese allegro e alla mano che ama la gente, la comunicazione digitale e soprattutto l'employer branding.
Il mondo delle HR si è trasformato notevolmente negli ultimi due anni. Probabilmente, molti dei cambiamenti a cui abbiamo assistito erano già all'orizzonte, ma il processo ha subito un'accelerazione molto prima del previsto. Le aziende (e soprattutto i team delle risorse umane) sono dovute diventare più flessibili e adattabili al nuovo mondo del lavoro, e molte di esse hanno prosperato ispirando un cambiamento in meglio. Negli ultimi due anni, le assunzioni hanno subito un blocco quasi totale in gran parte delle industrie. Poco a poco, però, l'attività è ripresa e ora le aziende stanno iniziando di nuovo a incrementare i processi di recruitment.
Nel contempo, aumentano i problemi legati alla carenza di talenti. Una recente relazione di Korn Ferry prevede, entro il 2030, una carenza di talenti a livello mondiale di oltre 85 milioni di persone (pari quasi alla popolazione della Germania!). In assenza di interventi, si stima che tale carenza possa comportare una perdita di ricavi annuali pari a circa 8,5 bilioni di dollari entro il 2030. Nei prossimi anni, la strategia riguardante i talenti deve quindi diventare una priorità per le aziende, che dovranno fare il possibile per formare, istruire e migliorare le competenze dei dipendenti esistenti.
Intanto un nuovo anno è già iniziato, e vale quindi la pena analizzare le prospettive per il 2022 e le principali tendenze nell'ambito delle risorse umane da tenere in considerazione.
Le aspettative dei candidati non sono mai state così elevate e, con il settore del recruitment in ripresa dopo la pandemia, la concorrenza per aggiudicarsi i candidati è spietata. Non è più sufficiente pubblicare un annuncio di lavoro che si concentri esclusivamente sui requisiti e sulle aspettative del ruolo. Le aziende devono anche dimostrare cos'hanno da offrire ai candidati e fornire loro un'ottima esperienza, per attrarre i migliori talenti.
Molte aziende hanno iniziato a riprendere il lavoro in ufficio, ma non è ancora chiaro cosa ci riservi il futuro per quanto riguarda la prassi lavorativa. Non esiste sicuramente una soluzione che vada bene per tutti. Alcune aziende opteranno per lavorare completamente in remoto, altre per un lavoro completamente in presenza, ma la maggior parte propende per una soluzione ibrida per il momento. Indipendentemente dalla scelta, è importante sostenere i dipendenti, e consentire loro di collaborare e crescere ovunque si trovino. Per il prossimo anno, è essenziale garantire che i team delle risorse umane dispongano di tutti gli strumenti necessari per collaborare e assumere, a prescindere dalla loro situazione lavorativa!
La forza lavoro flessibile, spesso chiamata "Gig Economy" per riferirsi a lavoratori freelance pagati per i singoli incarichi ("gig") svolti, si sta diffondendo sempre di più. Si prevede infatti che, a livello globale, il volume d'affari generato dalla Gig Economy passerà da 204 miliardi di dollari (2018) a 455 miliardi di dollari entro il 2023. La principale attrattiva di questo trend in continua crescita è rappresentata dalla flessibilità che offre: in pratica, i singoli individui possono scegliere quando e come lavorare e possono incrementare i loro guadagni in base al lavoro svolto. La Gig Economy interessa una vasta gamma di settori, ma sta diventando sempre più popolare in quello tecnologico, che attualmente rappresenta quasi il 50% di tutto il lavoro autonomo.
Implementare e conservare un forte employer branding è diventato un elemento chiave di qualsiasi strategia di recruitment di successo, non soltanto per attrarre talenti, ma anche per mantenerli. I candidati di oggi hanno un accesso costante a risorse e informazioni online, quindi è estremamente importante che la vostra presenza online sia un riflesso sincero e accurato di cosa significa lavorare per la vostra azienda.
Da anni questa tendenza è in continua crescita, ma oggi sono davvero tante le aziende che si trovano ad affrontare una carenza di competenze nella propria forza lavoro, tale da influire direttamente sulla propria capacità di crescere e prosperare. Molti fattori contribuiscono a tale carenza, ma la causa principale è rappresentata dalla rapida digitalizzazione. L'avvento delle nuove tecnologie ha visto le aziende reinventarsi, rendendo necessarie nuove e diverse competenze per sostenere la crescita. Ciò significa però che le aziende devono competere fra loro per assicurarsi i talenti che dispongano di tali competenze.
Con l'affermarsi e l'evolversi di queste nuove competenze, le vecchie sono diventate sempre più ridondanti e ora possono essere delegate alla tecnologia con notevoli risparmi di tempo e risorse. Tenendo conto di questi sviluppi, ora è più importante che mai per i team delle risorse umane concentrarsi sulle iniziative di apprendimento e sviluppo, per rimediare alla carenza di talenti, e per attrarre e mantenere i talenti migliori.
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Con l'intelligenza artificiale (IA), che assume un ruolo sempre più rilevante nel settore del reclutamento, emerge la necessità di un mix unico di competenze tecniche e qualità umane essenziali per il futuro.
3 vantaggi dell'ATS: migliori candidati, meno lavoro amministrativo, potenziamento del brand. Un unico svantaggio: no ritorno!